I “legni con l’anima” dell’artista mantovano in mostra al MUDIS, il Museo Diocesano di Ischia dal 27 maggio al 12 giugno
Ognuno ha il proprio modo di pregare, entrare in contatto con un mistero che ci dà vita e speranza, ci conforta ed unisce. Carlo Favini, da oltre vent’anni appassionato creatore di intarsi lignei di grande pregio, dialoga con le Fede grazie al certosino lavoro creativo sul legno, creta nelle sue mani che si trasforma in un vero e proprio Inno al Signore.
Le sfumature naturali del legno danno vita e forma alle immagini della vita di Gesù, alle sue opere terrene, alla Passione, all’amore eterno della madre per il figlio, e di un padre.
Tra le opere in mostraSan Giuseppe col bambino: “L’immagine mi è suggerita dalla splendida tela di Guido Reni” – sottolinea Favini -“una scena meno riprodotta nell’iconografia classica ma ricca di carica emotiva, nello sguardo amorevole del padre che osserva il piccolo mentre questi gli porge la mela, simbolo eterno della tentazione umana” sottolinea l’artista.
Tra una tessera e l’altra del mosaico che va componendosi, Favini studia la vita di Gesù, immergendosi anche in quell’affascinante universo di documenti non canonici: i Vangeli apocrifi, momenti di vita di Cristo che, seppur non facenti parte della “versione ufficiale”, ci avvicinano alle vicende del personaggio storico: “come il viaggio in Egitto di Giuseppe e Maria in cui apprendiamo che ad accompagnare nella fuga la Sacra Famiglia c’era anche uno degli altri tre figli di Giuseppe e proprio costui tirava l’asinello su cui sedeva la Vergine“.
Mentre indaga, taglia e unisce i pezzi, Carlo Favini, nello studio della sua casa, è avvolto dalla musica classica: “in quei momenti io sono in cielo, in Paradiso” – sottolinea l’artista – “mentre creo mi emoziono e le emozioni sono il dono che vorrei regalare a chi osserva le mie opere“.
Dopo le numerosissime personali, tra l’altro a Mantova e a Roma nella chiesa del Gesù, dove ha esposto una delle sue opere più rilevanti – le 14 stazioni della Via Crucis – Favini espone dal 27 maggio al 12 giugno presso il MUDIS, il Museo Diocesano di Ischia tavole in legno intarsiato che traducono il mistero della Natività, dipinti celebri, ultimamente anche a rilievo, e complessi plastici di architettura monumentale, come il castello gonzaghesco, la parrocchiale di Redondesco o il santuario delle Grazie.
“Le mie tavole sono prive di colore artificiale, per non snaturare il legno“ – ricorda Favini -” il colore è quello dato dalle molte essenze diverse, mentre il movimento delle figure è ottenuto con la tecnica medioevale della bruciatura delle tessere nella sabbia bollente”.
Materie semplici da cui scaturiscano opere dal gusto raffinato, sacre e profane.
Monsignor Roberto Brunelli, critico d’ arte e direttore del museo diocesano di Mantova, l’ha definito artista che scopre l’anima e dona l’anima ai suoi legni, riconoscendo nell’artista mantovano una squisita sensibilità e una grande tecnica, frutto di una pazienza senza pari e grande studio tecnico.
Certo è che se al cielo si sale con le mani, con le opere che l’uomo sapientemente sa creare, Carlo Favini ci indica, con questa sua mostra, la strada più poetica ed emozionante verso l’apoteosi.
di Laura Simoncelli
Fonte: Kaire